Come sono state prodotte le terrecotte del tempio di Celle?

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I risultati delle ricerche archeologiche condotte tra 2021 e 2023 sul santuario di Celle hanno permesso di acquisire nuovi dati sulle produzioni locali di terrecotte architettoniche che decoravano i tetti del tempio e di altri edifici sacri.

Le domande che più spesso ci poniamo davanti ad un oggetto antico sono: dove e come questo è stato fatto? Per poter trovare le risposte a queste domande ci sono metodi scientifici di indagine che vengono applicati allo studio dei reperti antichi e vanno sotto il nome di archeometria.

Rientra nelle attività archeometriche, per esempio, la caratterizzazione chimica e fisica di materiali ceramici, per la quale i metodi di analisi più impiegati sono la spettrometria di fluorescenza a raggi X (XRF) e la diffrazione a raggi X (XRD).

La prima analizza gli elementi chimici, la seconda i composti mineralogici e le loro trasformazioni con la cottura, permettendo di determinare le temperature usate nelle fornaci per produrre gli oggetti.

Le fornaci antiche erano costruite con una doppia camera: quella di combustione, la più bassa, destinata alla legna che arde, eradivisa dalla camera più alta, quella di cottura, da un piano forato su cui si appoggiavano vasi e altri oggetti ceramici.

Questa struttura permetteva il passaggio del calore senza contatto diretto degli oggetti con la fiamma.

La temperatura adeguata per la cottura di un vaso oppure una tegola è circa 800°C e nelle fornaci di Falerii i fornaciai potevano arrivare fino a 950°C.

Infatti, le terrecotte prodotte per decorare i tetti degli edifici nel santuario di Celle erano cotte proprio a questa temperatura elevata per garantire l’aderenza dei colori e rendere gli oggetti più duraturi, anche se esposti alle intemperie.

I colori erano ricavati da pigmenti naturali, quali ossidi di manganese per i colori scuri, fino al grigio e azzurro, mentre dagli ossidi di ferro si ottenevano le sfumature del rosso e arancio.

Come si è arrivati a queste conclusioni? Grazie all’approccio chimico e mineralogico è possibile ricavare le informazioni sui materiali ceramici attraverso il confronto con la composizione delle materie prime (le argille) e con le caratteristiche geologiche del territorio.

Inoltre, sempre tramite le analisi di composizione, è possibile ricostruire la tecnologia produttiva, ovvero la preparazione degli impasti e pigmenti, e stabilire la temperatura di cottura.