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Vignale ha restituito il più consistente dei depositi votivi di Falerii, rinvenuto nella cisterna settentrionale. Pochissimi ex-voto erano in quella meridionale.
Si tratta di uno scarico dei materiali consacrati alla divinità effettuato probabilmente al momento dell’abbandono del santuario.
Particolare interesse rivestono le maschere e le teste votive maschili e femminili, rappresentate da una grande varietà di tipi in un lungo arco di tempo, dall’inizio del V al II sec. a.C.
E’ questo uno dei rari complessi nel quale è attestata una precoce presenza di teste votive e soprattutto di mezze teste. Di pregevole qualità sono alcuni degli esemplari più antichi, ispirati ai modelli classici dell’alta produzione scultorea greca; questi testimoniano la capacità dell’artigianato locale di soddisfare le richieste di colti offerenti.
Un elevato numero di votivi riproduce parti del corpo umano: occhi sia isolati sia a coppie su tavolette rettangolari, orecchie, mani, piedi e dita isolate, sottolineano l’aspetto salutare del culto praticato nel santuario nelle fasi più recenti (IV-II sec. a.C.). Meno accentuato è l’aspetto della fertilità in particolare femminile, cui alludono le scarse riproduzioni di organi genitali interni ed esterni e i più numerosi organi genitali maschili riprodotti isolati o su tavoletta.
Offerte votive parlano di un culto indirizzato ad Apollo già dagli inizi del V sec.a.C.: il nome del dio Apolonos compare nella forma latinizzata, graffita sotto il piede di una kylix di importazione attica. La dedica conferma le indicazioni della letteratura antica che assimilava Apollo a Soranus, il potente dio infero del Monte Soratte, protettore dei Falisci: a lui si potrebbe indirizzare l’offerta di punte di giavellotto in ferro rinvenute nell’area della cisterna meridionale, nel settore del santuario prospiciente il Soratte e prossimo ad un grottone naturale regolarizzato dall’uomo.
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Traduzione del pannello in francese e spagnolo
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