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La porzione sud-orientale del colle di Vignale era occupata da un’area a destinazione sacra. Di grande impatto monumentale, essa è posta in un punto nevralgico di accesso alla città antica, come testimoniato anche dalla viabilità interna, e verso l’esterno invece in diretto collegamento con quella che sarà poi in epoca romana la via Flaminia, arteria viaria che collega di fatto Falerii al Tevere.
Portata alla luce parzialmente durante le ricerche di Raniero Mengarelli, l’area sacra doveva comprendere più edifici monumentali, realizzati, almeno nelle fondamenta, con muri in blocchi di tufo. Essi vennero inoltre rinvenuti già fortemente lacunosi durante gli scavi di fine ‘800, poiché intaccati dalle attività agricole succedutesi sul colle almeno dal periodo medievale, come testimonia implicitamente il toponimo stesso dell’altura: Vignale.
L’area era significativamente caratterizzata da un complesso sistema di adduzione idrica, incentrato su almeno due grandi cisterne monumentali (dimensioni), a cielo aperto, in parte scavate nel banco e in parte costruite. Almeno un edificio a carattere monumentale si trovava immediatamente a nord della cisterna meridionale (Fig. 1).
Gli edifici vennero smantellati in un momento per noi non precisabile e una parte consistente dei blocchi e degli elementi strutturali e decorativi in pietra (rocchi di colonne, capitelli e cornici modanate in tufo e travertino) che li componevano vennero gettati nella limitrofa cisterna (Fig. 2).
La datazione degli edifici e della frequentazione dell’area sacra ci viene fornita dai ricchi sistemi decorativi policromi in terracotta e dalla ingente quantità di materiali votivi rinvenuti durante le indagini.
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Traduzione del pannello in francese e spagnolo
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