I rivestimenti architettonici degli edifici sacri

Le ricche decorazioni architettoniche del santuario di Vignale sono state rinvenute in gran numero perlopiù nella cisterna settentrionale, con i materiali votivi e in uno stato di grande frammentarietà.
I frammenti rinvenuti decoravano uno o più edifici a carattere pubblico e sacro e, attraverso la loro analisi stilistica, è possibile tracciare le tappe principali della storia edilizia dell’area - almeno nella sua fase monumentale -, che si articola in un periodo che va dagli inizi del V sec. sino al III sec. a.C.
Della fase più antica rimangono una serie di altorilievi di altissima qualità, modellati a mano e a tutto tondo con grande perizia. Si tratta di statue acroteriali, poste a decorare la copertura di uno o più edifici: pur molto frammentarie, non vi è dubbio che alcune sculture evochino una narrazione legata alla figura di Eracle, forse in lotta con un centauro.
Anche i rivestimenti a matrice, quali le antefisse che chiudevano le testate delle travi del tetto, mostrano grande vivacità creativa. Sono attestati infatti almeno cinque diversi tipi: la serie con Iuno Sospita e la maschera di Sileno, e due serie a figura intera: una con coppia di Menade e Sileno danzanti, l’altra con Arpia ad ali aperte in posizione di attacco e con Arpia ad ali chiuse in riposo (Fig. 1).
Al primo quarto del IV sec. a.C. si deve un intervento di ristrutturazione nell’area: pochi ma di pregio i materiali rimasti tra i quali la famosa testina di Mercurio (Fig. 2) e i frammenti di un gruppo con cavallo e cavaliere. Da questo momento l’evoluzione stilistica delle coppie di antefisse con teste di Menade e Sileno ci indicano l’esistenza di parziali rifacimenti.
La storia dell’architettura monumentale a Vignale termina intorno alla metà del III sec. a.C., come testimonia un acroterio con guerrieri in lotta e almeno un gocciolatoio a testa di leone.