Le matrici e le mani virtuali dell’artigiano

A Vignale, nella cisterna settentrionale, sono state scoperte negli scavi di fine ‘800 numerose matrici per lo più per decorazioni architettoniche (Fig. 1) e più raramente per oggetti votivi.
Esse testimoniano indirettamente sia la fase di monumentalizzazione degli edifici sacri della città, sia la loro gestione nel corso del tempo. Il trovare un numero così alto di stampi in un unico contesto è una vera rarità nel panorama dell’Italia preromana. Alla maggior parte di essi corrispondono positivi in più aree sacre della città antica.
Ma, in un caso particolarissimo, ci è rimasta la sola matrice, eccezionale per dimensioni e complessità della scena.
Come comprenderne tutti i dettagli? Attraverso le mani di un artigiano virtuale che si è servito di una tecnica particolare: la fotogrammetria. Si è così ottenuta una copia del negativo, ricavandone virtualmente il positivo e procedendo poi alla stampa 3D. Il positivo della matrice è finalmente visibile in chiaro con dettagli mai osservati prima!
In una scena da tempo nota nelle linee generali è inserita una coppia di personaggi a figura intera: una giovane donna discinta, seduta su uno sgabello, sulla quale incombe un uomo anziano che con una mano le scosta i lunghi capelli (Fig. 2) e con l’altra impugna l’elsa di un pugnale.
La giovane età della donna, l’attenzione posta sui capelli, suggeriscono di interpretare la scena come l’inganno teso ad Ifigenia prima del suo sacrificio, mascherato da promessa di matrimonio. La giovane intenta a prepararsi alle nozze si volge verso l’anziano che pare alludere al taglio dei capelli della nubenda. Ha in mano il fuso che, oltre a rappresentare il più tipico degli oggetti legati allo status di sposa, potrebbe richiamare il simbolo più sinistro del filo della vita tagliato idealmente dalla morte. La posizione del piede dell’anziano richiama quella del sacerdote nell’atto del sacrificio: potrebbe trattarsi dell’indovino Calcante, autore materiale dell’efferato delitto.
Lo stile delle figure, finalmente apprezzabile, consente di inquadrare la matrice tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., un momento di grande floridezza economica e culturale della capitale dei Falisci.

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