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Il colle di Vignale è stato interessato dall’ultimo decennio del XIX secolo da vari momenti di indagine, condotti con differenti metodologie e con diversi gradi d’intensità: sui 12 ha del colle si sono succeduti rilievi topografici e limitate azioni di scavo alla fine del 1800, ricognizioni archeologiche, soprattutto a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80 del secolo scorso, e indagini geofisiche non invasive all’inizio del 2000 (Fig. 00).
A più riprese sono stati poi effettuati tentativi di raccordo tra i diversi risultati, un’operazione indispensabile a qualsiasi progettazione di un nuovo intervento sull’area.
Dal 2019, alla ripresa delle indagini sul colle di Vignale da parte di un’équipe attiva nel Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma, si è pianificata una strategia d’intervento che da un lato mettesse a sistema il pregresso e dall’altro potesse trarre vantaggio da una serie di nuove tecniche non invasive – il telerilevamento multispettrale e termico da drone e le prospezioni georadar – per programmare nuovi scavi sul colle.
La documentazione pregressa è stata dunque ancora una volta ristudiata, messa a sistema e integrata con le nuove ricerche, sfruttando le potenzialità dell’ambiente GIS (Geographic Information System, o Sistema Informativo Geografico) e avendo di fatto ora a disposizione in modo integrato e navigabile le operazioni poste in essere dal punto di vista della ricerca archeologica sul colle di Vignale dal 1897 ad oggi.
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Traduzione del pannello in francese e spagnolo
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